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Quando si è nuovi in terra straniera la prima cosa che manca è la capacità di esprimersi. Non si è stranieri solo da un punto di vista oggettivo o fisico ma anche essere compresi da un punto di vista linguistico e culturale è importante. Questo ci spinge a sentici marginali e non parte interrante della società, tendiamo ad essere spaventati ed insicuri. Migrare significa anche essere sovrastati da una quantità di cose diverse, nuove e scioccanti. Al fine di essere accettati, integrati e rispettati è importante riuscire a comunicare al fine di adattarsi. È da qui che nasce il mio desiderio nel raccontare di come Il Magazzino sul Po, dal 2011, ricopra un ruolo fondamentale per i ragazzi stranieri che frequentano la scuola di Italiano, offerta dalla struttura; e ho deciso di fotografare i ragazzi dell’anno 2017/2018. Attraverso questo mio progetto intitolato “Tra i banchi del fiume- On the River Bank ” entriamo in contatto emotivo e ci possiamo relazionare all’esperienza che questi ragazzi vivono sulla loro pelle. Più di 100 adolescenti si sono seduti tra i banchi lungo il fiume cittadino. Questi vengono seguiti da volontari e tirocinanti dell'Università di Torino. La classe del Magazzino sul Po è una classe relativamente piccola. Ci sono circa 13 studenti che frequentano il corso di Italiano. Le loro origini sono varie a partire dall’Africa del Nord, Africa Centrale, Est Europa fino ad arrivare dall’Asia. I ragazzi arrivano da varie comunità di Torino che li ospitano e sentirsi parte di un percorso scolastico è il primo passo per staccarsi dai margini della società e piano piano sentirsi parte integrante della nuova comunità in cui vivono.